Una serie di documenti eccezionali, la cui presentabilità è sicuramente ‘’border line’’, ma proprio per tale motivo che dimostra la genuinità della fonte, sono apprezzate ed osservate. Immagini che riguardano il canale di Suez all’epoca della sua costruzione alle quali l’occhio dello spettatore non è più abituato. Immagini delle etnie Shan della Birmania nei primi anni del secolo scorso si mischiano e si accostano a quelle dei mercati di cammelli di Aden, alle visioni dell’Egitto dei fratelli Zangaki e di Beato, con quelle della Cina della Rivolta dei Boxer, decapitazioni, aspetti di vita di un mondo dove spesso di fronte alla violenza di quello attuale prende forma una considerazione che ci conduce alla riflessione di come il contenuto violento della vita non si sia attenuato col passare dei decenni, anzi spesso si sia esteso e globalizzato. Un’esperienza visiva che fa riflettere sullo scorrere lento della vita degli uomini in quel tempo, quando le notizie per raggiungere la destinazione dell’Europa impiegavano mesi e mesi, a bordo dei battelli o delle carovane. La macchina fotografica era già presente ed immortalava quei momenti.