Il concetto della crudeltà orientale, uno dei cardini della propaganda coloniale delle potenze che occupavano militarmente ed economicamente il pianeta Cina, si è basata proprio sulla rappresentazione in Occidente delle torture inflitte ai condannati. In questo Occidente che grondava sangue di coloro che considerati sudditi venivano asserviti ai lavori più schiavizzanti nelle piantagioni, nella produzione dell’oppio e nelle miniere, erano riservati i supplizi più indicibili se il loro ribellismo avesse tentato di intaccare il sistema feudale dei capi e delle aristocrazie corrotte che avevano svenduto le loro popolazioni e le loro terre alla bramosia depredatrice delle istituzioni coloniali: banche in testa ,compagnie di ventura, ma anche confraternite religiose ed uno stuolo di piccoli e grandi predatori faceva si che le risorse provenienti dalla predazione di quello che anche allora era considerato ‘’Terzo Mondo‘’ si ripartissero in Europa e raggiungessero in piccola parte anche la gente comune, controllandone cosi il consenso politico e sociale, deviandolo con poche e semplici forme di ricatto quando quest’ultimi potevano diventare pericolosi per i regnanti e per le caste ad essi legate dei proprietari del suolo, delle risorse ed anche delle persone. La Cina stravolta dalla presenza straniera, soprattutto Inglese ma anche Francese, Tedesca, Americana ed anche Giapponese era diventata così un mondo dove l’oppio la faceva da padrone frantumando la coesione e la cultura comportamentale delle popolazioni come mai si era visto in passato. Le decisioni dell’importazione dell’Oppio dall’India e della sua diffusione in Cina prese a tavolino dagli inglesi portarono automaticamente alla rivolta dei boxer ed il suo sanguinario epilogo non fece altro che acuire il sentimento anti-occidentale ed anticoloniale di coloro che successivamente guidarono le popolazioni nella lotta per l’autodeterminazione di quelle nazioni. Il cerchio in rosso tracciato dal pennello dell’imperatore bendato sui nomi dei prigionieri condannava inevitabilmente quest’ultimi al supplizio mediante autostrangolamento o decapitazione e successiva esposizione in pubblico delle teste mozzate. Tale pratica non era seguita solo in Cina ma anche in tutto quello che è oggi il Sud-Est Asiatico. Le foto della mostra sono riproduzioni di cui gli originali verranno mostrati a parte ed a corredo poiché rarissimi.