Immagini in bianco e nero riguardanti momenti fissati dalla fotocamera analogica e che riguardano aspetti del lavoro umano e minorile in India e soprattutto nell’area della megalopoli di Calcutta, che a tutto diritto e senza alcuna esagerazione viene definita da sempre come ‘’Un girone da inferno Dantesco’’. Figure umane, quasi fantasmi, apparentemente tutti uguali l’uno all’altro, sopportano un lavoro ai limiti della sopravvivenza umana, in una atmosfera di calore e stagnazione asfissiante – evidenziando al fotografo e talvolta nascondendo anche col sorriso – il loro sforzo quotidiano segnato dalla cappa di una incredibile miseria. Calcutta è da sempre un serbatoio umano di ribellione, di moti, di terrorismo, ma anche di avanzata fucina culturale del movimento contraddittorio ma emancipatorio delle masse indiane, con cui incominciano per davvero a misurarsi non solo la stessa India ma anche il mondo intero. La fotocamera non fa sconti e riprende talvolta quanto di più crudo si possa mettere in evidenza di ciò che è la condizione esistenziale degli uomini.