Una serie di immagini nel formato 30x40 cm su carta baritata del grande complesso di templi della Cambogia, che rappresenta oggi l’unità del popolo Khmer. Scoperto da un cacciatore di farfalle intorno alla metà dell’1800 è balzato alla conoscenza delle borghesie europee ma soprattutto francesi, che partecipavano al ‘Gran Tour d’Asie’ e che sbarcavano a Bangkok per poi recarsi all’interno della regione per la visita immancabile a questa immensa città di pietra. La jungla nei secoli ha fagocitato le costruzioni distruggendole ma anche avviluppandone con le radici dei suoi Banyan i templi, esercitando così la duplice funzione della distruzione e della preservazione. Uno scontro fra l’opera dell’uomo e le forze della natura, che ha prodotto nei secoli uno spettacolo incredibile. Parte della mostra è dedicata ai ritratti dei bambini che vivono oggi dell’elemosina dei turisti che arrivano a visitare questo incredibile luogo. Angkor a detta di Tiziano Terzani e stata definita uno di quei luoghi che nel visitarlo ’ci si sente degni di appartenere alla razza umana’. Una foto di Carlo Sacco pubblicata nel volume che riassume tutte le immagini della mostra è stata segnalata con premio Mondiale Unesco nel 1997.