Una mostra unica nel suo genere di vecchi prodotti della fotografia. Lastre fotografiche in vetro, pellicole piane, vecchi otturatori Thornton Pickard, Macchine Fotografiche a soffietto di grande formato con i loro obbiettivi di ottone, visori per ritocco fotografico artigianali, pastelli per colorazione manuale delle fotografie, prodotti per i viraggi degli anni 20 del secolo passato e letteratura fotografica d’epoca e molto altro ancora. Il tutto ci riporta in una atmosfera dalla quale emerge un concetto proprio e comune di come veniva intesa e su cosa era basata la fotografia artigianale d’inizio secolo XX e che ha segnato la storia delle nostre conoscenze e delle relative applicazioni. Una Mostra unica perché proveniente da una minuziosa raccolta dello Studio artigianale della Fotografia Sacco creata da Solismo Sacco e portata avanti dal fratello Benito al quale si devono le principali immagini editate su cartoline di tutta Italia in una epoca che va dalla fine degli anni ’40 alla fine degli anni ’70. Benito Sacco ha prestato la propria opera per molti anni al servizio dello Stabilimento Poligrafico Alterocca di Terni, la prima industria italiana che anticipò - grazie al pervicacia del suo titolare Virgilio Alterocca - la creazione su scala industriale delle cartoline in Italia. Pur rientrando la quasi totalità degli oggetti esposti nella categoria della specificità più mirata a causa della loro particolarità e rarità nella definizione delle cosiddette “ciliegine sulla torta”, Carlo Sacco ha deciso di accompagnare le presentazioni oggettistiche da due particolarità degne di nota sulla materia fotografica: le cartoline originali dello Stabilimento Poligrafico Alterocca di Terni relative al devastante maremoto di Messina del 1908 affiancate con una produzione giornalistica originale dell’epoca, nonché una lettera autografa di Nadar il più famoso fotografo francese di fine ‘800 ed altre immagini relative alla fotografia di guerra. Una sequenza delle immagini d’Archivio della Fotografia Sacco che contornano la Mostra e legate al territorio ci riporta indietro nel tempo ed esaurisce la propria presentazione con esemplificazioni di immagini di fotografia di reportage eseguite da Carlo Sacco e facenti parte dell’Archivio da lui stesso creato “The Face of Asia”. Solo i grandi Musei di Fotografia d’Europa posseggono una varietà tale di oggetti e documenti esposti paragonabile a quella dell’Associazione “The Face of Asia”. Una dimostrazione incredibile per quantità e qualità di argomenti trattati relativa al mondo dell’immagine e della storia della sua evoluzione ed anche un viaggio a ritroso nel tempo che contiene inevitabilmente elementi di riflessione soprattutto per coloro che per età non hanno vissuto tali epoche e sono al contatto ed all’uso odierno con la fotografia digitale. Una storia quindi del nostro vissuto.