Una serie di immagini ed oggetti riguardanti ciò che era di contorno alla vita coloniale di tutte quelle persone le quali inviate dalle potenze occidentali curavano e si adoperavano per gli interessi della loro madrepatria in terra straniera. Spesso, - ma dipendeva quasi sempre sia dalle funzioni sia dai luoghi - la loro vita era anche faticosa per una serie di ragioni, per il clima, per il sospetto ed il timore con il quale erano guardati dalle popolazioni locali, ma i momenti che potevano fruire delle agiatezze non erano paragonabili a quelli che avevano in patria. Le famiglie di residenti erano tutte in contatto fra loro e tutti (fra i bianchi) potevano contare sulla reciproca assistenza. Le famiglie che dalla loro patria si recavano in visita oppure per vivere permanentemente con loro membri potevano fruire di mezzi di trasporto che sono rimasti nella memoria storica di tali viaggi. Ecco quindi una mostra sia di immagini che di documenti originali provenienti dall’Archivio The Face of Asia che Carlo Sacco ha raccolto nei suoi viaggi in Oriente. Posters pubblicizzanti Compagnie di Navigazione verso l’Oriente e l’Indocina, perfino biglietti dei treni, conti e fatture di Hotel Coloniali, Stick di bagagli con sopra raffigurati i nomi ed i disegni degli Hotel dove soggiornava l’alta borghesia inglese, francese ed americana, divenuti oggi nomi storici del più alto lusso internazionale che accoglievano una volta in atmosfere regali i nomi più famosi come Somerset Maugham, Kipling, Pierre Loti ed anche i nomi famosi legati all’esplorazione di terre selvagge ed inaccessibili come Sven Hedin, Alexandra David Neel o la fotografa Germaine Krull diventata anch’essa azionista negli anni ’40 e ’50 del famoso Oriental Hotel di Bangkok, ma anche re e regine. Uno stuolo di nomi illustri legati alle più svariate attività, ma anche comprendente ricchi finanzieri, uomini d’affari, industriali, proprietari di compagnie della gomma e dei metalli che delapidavano senza alcuno scrupolo le ricchezze immense che avevano tali territori, con l’accordo delle borghesie locali, alle quali garantivano la stabilità anche con l’uso delle armi e reprimendo i tentativi di rivolta di gran parte delle popolazioni. Quei luoghi, quelle navi, quegli Hotels registravano oltre alla presenza dei turisti dell’epoca anche quella di masse di avventurieri e ladri, spie e banditi, arricchitisi spregiudicatamente con le guerre e la vendita delle armi e col commercio di oppio fatto penetrare in Indocina ed in Cina dalla Compagnia delle Indie che sfociò in Cina nella rivolta dei Boxers. Un ambiente quindi di “frontiera” ma improntato spesso al lusso più estremo ed ai vizi umani più incredibili, circondati da un mondo crudo e reale, dove i bisogni delle popolazioni potevano arrivare fino alla vendita di esseri umani ridotti in condizioni di schiavitù. Tutto questo e non solo è l’oggetto della mostra, per non parlare di uno spaccato documentaristico sulla presentazione di rari titoli azionari francesi delle varie compagnie presenti in Tonchino ed Annam (l’odierno Vietnam e Laos) ed una raccolta di cartoline coloniali e di rarissime edizioni librarie francesi ed inglesi sull’esplorazione dell’Asia, oggi introvabili e che nemmeno i Musei spesso posseggono. Tutto questo materiale fa parte della paziente e mirata ricerca che Carlo Sacco ha effettuato nei viaggi in Asia ed acquistato perlopiù da privati che spesso ne ignoravano il valore culturale, etnografico, documentaristico. In un mondo globalizzato certe documentazioni acquistano interesse e valore proprio per il motivo della loro esigua possibilità ad essere rintracciati, collezionati e conservati, sottraendoli infine alla quasi sicura loro distruzione. Un viaggio fra gli epitaffi che stanno ad indicare luoghi ed eventi legati alle vicissitudini dei viaggiatori di un epoca che non ritorna più e della quale abbiamo fruito da lontano della sua realtà romanzata negli scritti di Salgari, Kipling e di tanti altri.